I Pelle (dei del cielo e degli
spiritosen) erano venuti a contesa con gli dei della terra, gli Zot (dei del
nocciolino e dei sommozzatori). Dopo aver molto combattuto,
decisero di far pace-carote-patate e il rito della riconciliazione fu
abbastanza singolare: tutti si riunirono attorno ad un tavolo presieduto dalla Maga Iselldur (prima figlia di Silvye, badante di Beppe Cuore di Bue,
pronipote di Salomé della Contea, mastra birraia di Medas Gigarobot D’Acciaio) a degustar la Grappa Ciuladores.
I Pelle, portarono con sé anche
il rinomato salamino Ettorinox (gioia di ogni massaia) preparato sotto severe
norme igieniche e con indicazione geografica pro-tetta (IGP).
Grazie a questa
riconciliazione e tramite un grosso pentolone donato dalla cuoca Anna crearono
un uomo di grande saggezza: il Valtulin. Valtulin divenne molto caro agli dei
perché rispondeva a ogni loro domanda elargendo preziosi consigli, ma un brutto
giorno ebbe la cattiva idea di recarsi a far visita a due Nani, Durin
Plutodiquercia e Toxill Golainfiammata (detto Piedediporco dagli amici più
stretti) i quali lo riempirono di…..(TSA) grappa a tradimento.

Non che i Nani fossero di
natura malvagia, ma erano così bravi e così desiderosi di costruire qualsiasi
cosa, che non badava a nulla pur di escogitare qualche nuova trovata.

Nel caso di Valtulin, i due
piccoli traditori erano sicuri che da un essere così intelligente si sarebbe
potuto ricavare qualche cosa di molto interessante, e, tutti presi da questa
idea e incitati dal loro spirito di grappa, non esitarono ad imbalsamarlo e
trasformarlo in una sfinge imbalsamata di balsamo tigre pronto per esser
utilizzato durante il locale Carnevale.
I nani raccolsero il suo
sangue, che l’efficiente Lau Placcasplendente aveva già ripulito d’ogni organo
estraneo (Tan-nini compresi), lo misero in una pentola e lo mischiarono con il
miele, ottenendo una specie di birra, vera bevanda sacra dei Canegatti che
aveva il potere di far diventare musicista chiunque la degustasse. 

Ma era destino che quella
bevanda non dovesse rimare ai Nani. Essi infatti uccisero una coppia di
giganti, facendo infuriare il loro figlio, Doninell Tronco di Pino . 
Per placarlo i Nani gli fecero
questa proposta:
“Rinuncia alla tua vendetta, e
noi ti daremo qualche cosa che lo stesso Tano figlio di Thor nonno di Bulgur
fratello di Falafel (ndr: divinità) t’invidierà: il liquore che rende musicanti,
la tovaglia del grottino di Jack e Largo Augusto del Monopoli con cui potrai
mandare in bancarotta Toxill (ritira le 20’000 lire se passi dal via)”.
Doninell accettò il patto,
prese il vaso colmo del prezioso liquore, portò la tovaglia in lavanderia da
Brian Wilson Scudo di Piattola (ex-brigante della foresta di Sherwood e noto
commerciante di punti neri della regione di Lanziarote) e portò il tutto nello
Yacht di Doninell, affidandolo a sua figlia Sonia Larka Doppio Malto che giaceva
nella Jancuzzi con una coppa di Champagne .  

Tano The Killer lo seppe e si
mise a escogitare il mezzo per impadronirsi della magica bevanda. Lui però era
abile ed astuto: dovette attendere che si presentasse l’occasione propizia.
Un giorno che se ne andava a
spasso in forma di un semplice mortale avvolto nel suo tappeto persiano
(modello no. 5, lato B, appartamento tano, vicino alla teca dei teschi, Zurigo),
Tano incontrò nove mietitori che non riuscivano a portare a termine il loro
lavoro perché i loro coltellini Vectorrinox avevano
perso l’affilatura perfetta

 

“Datele a me” – intimo’ quindi
– “con la sola imposizione delle mani, posso ungervi la giacca e la cravatta!
(cit. mago oronzo). Le affilerò io
in un batter d’occhio”- Coadiuvato dal suo fedele amico Boxeur de Rue rese i
coltelli affilatissimi tramite una cote.

 I mietitori, meravigliati di
vedere tale opera, chiesero a Tano il suo attrezzo (…). – “Prendetevela” –
rispose lui. E la gettò in aria.

I nove si gettarono sulla
cote, ognuno cercando di prenderla per sé (golosi), e si azzuffarono tanto che
non ne rimase uno solo in vita. I nove mietitori erano servi del gigante Shaggy
the Brandy (detto Boccolo Splendente e fratello di Doninell) divenuto padrone
della meravigliosa birra. 

Shaggy, incontrò Tano senza
riconoscerlo.  “Amico, ho bisogno di
uomini che mi preparino la pasta della pizza e le uova strapazzate perché i
miei nove braccianti, non so per qual ragione, si sono ammazzati fra di loro.
Vuoi venire da me? “
“Volentieri”– rispose Tano-“
se mi prenderai a servizio, avrai il vantaggio che non ti occorrerà cercare
altri perché io posso compiere appunto il lavoro di nove persone”.
“ Affare concluso”. Disse Shaggy,
abile stratega.
“Un momento” – rispose Tano – “io
sono disposto a lavorare per te, ma solo a una condizione: che, a lavoro
finito, tu mi faccia bere un sorso di quella birra che tuo fratello Doninell
conserva tanto gelosamente”.
“Non posso promettertelo
perché non è roba mia” – disse Shaggy – “ti prometto però che ti aiuterò ad
averla”.
Il dio accettò il patto,
pensando che non ne sarebbe certamente conseguito qualche cosa di buono.
Tano lavorò dunque per nove
uomini durante tutta l’estate e, finita la stagione, chiese la ricompensa. Shaggy
lo accompagnò da Doninell, ma, per quanto facesse, non riuscì a persuaderlo: il
fratello non volle cedere nemmeno un goccio della sua birra.
“Non importa” – disse Tano a
Shaggy – “tu hai promesso di aiutarmi e dunque mi aiuterai”. “Ecco qua un
succhiello: fa un bel foro nella roccia della caverna in cui Doninell nasconde
il suo liquore; penserò io al resto” – rispose Shaggy accomodante.
Shaggy fece il foro e Tano,
assunta la forma di un serpente, vi s’infilò (goloso); ma arrivato nella
caverna, trovò Sonia Larka, la quale aveva in custodia la birra miracolosa e
non era affatto disposta a cederla. Allora Tano assunse l’aspetto di Marco
Mengoni, entrò nelle grazie di Larka e riuscì ad avere da lei il permesso di
bere tre sole sorsate di birra. Tuttavia  quelle tre sorsate furono così
potenti che i vasi rimasero vuoti.
Subito Tano assunse la forma
del Commissario BasetTony e fuggì via più veloce di Bip Bip Lo Struzzo, inseguito
da Larka che si era trasformata in  Speedy
Caste Gonzales a sua volta. Arrivato a casa, sputò una parte del liquore per
distribuirlo generosamente ai Pelle, agli Zot e agli uomini, e, da quel
momento, il cielo e la terra risuonarono di canti, e Tano fu il dio della musica
e della poesia.

Liberamente tratto e
rivisitato da “Il Dio del Canto” – leggenda Vichinga
Buon Carnevale.
M.