“Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia” (P. Coelho)

 

Alzate in alto le spade!
Guardate i corvi volare!
Lasciate che odano la vostra furia!
Non mostrate timore!
Attaccate!Caricate le vostre casse di birra Feldi sui treni
Insieme cavalchiamo sul cavallo di ferro nel destino
Non abbiate paura della ca… dura quando è la vostra ora
Odino ci porterà a casa quando sverremo a terra sfatti!Il suolo trema sotto di noi (saranno le scoreggie di Mone il Rosso?)
Mentre facciamo caricare il nostro maestro
I nostri corni, le nostre spade ….beppe??!!!…paura accecante
Nei loro cuori

I nostri elmi brillano al sole
Come ci avviciniamo al loro muro di scudi
Qualcuno tra loro si volta e scappa
Quando ode i nostri urli selvaggi

(rivisitazione della canzone Cry of the blackbirds –  Amon Amarth)

***************************************

E fu così che giungemmo all’improvviso nelle terre di CaTanoTenazzteghat. Due fazioni ben disposte. Chi con il personale cavallo chi con il cavallo di ferro di serie “ffs”. Una campagna non priva di difficoltà e di insidie. Non priva di imprevisti. Mi limiterò a commentare come sempre il mio punto di vista lasciando libero sfogo ad altri eventuali racconti. Evitero’ situazioni imbarazzanti da far sbiancare tutto il Wallhalla… Ma facciamo un passo indietro (se siamo in grado)…
Il Guerriero Vikingo va caricato e truccato a dovere per sopportare il peso della Battaglia.
Grazie all’ospitalità dell’Osteria Bistrot a Maroggia e al Caffé in salsa “Apres-Sky” che ho personalmente apprezzato.
 Una delegazione si sposterà quindi verso il cavallo di ferro al richiamo del corno di Tox Fiatella di Cagna. Chi mette già il Maskhara (cit.), chi ha fatto salire scimmie sui Corni, chi risplende già di saggezza di primo mattino (Jeeeeck), Valkirie che sorseggiano come se non ci fosse un domani, Svin che grugniscono importunando gli astanti.
 
La fame inizia a farsi largo e inevitabilmente compare la sussistenza per il viaggio. Verrà sacrificato un giovane porco sotto la lama impietosa di Silvie Strapazzatappetoni
“Treno dell’ignoranza”

Raggiunta la Stazione di Gviubiascum intratterremo i presenti (in particolare un arzilla vecchietta) con le nostra urla e spandegando a destra e manca musiche. Stessa scena si riproporrà alla Stazione d’approdo finale dove risorgeranno anche le pantegane morte sentendo il nostro “Wild Rover” in chiave Canegattztegat. Un “bravo” a chi ha voluto inumidire il pavimento del cavallo di ferro quale segno propiziatorio (perché si fa sia all’andata che al ritorno) e a chi ha lasciato le scorte liquide sotto i piedi di un bisonte locale (esperienza dell’uomo con la Scimmia Galoppante, Terrore dei Confini).Finalmente prendiamo possesso di tutto il prendibile (rotonde, farmacie, condom, cerotti), ci intratteniamo con la popolazione locale (ben rappresentata da Giorgio IV Re delle Scope di Catenazztegat ndr: vittoria schiacciante e demoralizzante per il duo Svin-Fra Olfatto di Ferro contro Giorgio e Beppe Manolesta Pietrogambadilegno in una partita al cardiopalma di scopa).

 

Iniziano i banchetti, é il momento della festa nella quale ognuno darà il suo contributo (Mone Il Rosso Tromba Soporifera donerà al capannone un aroma simil arbe magique latrina con le sue calze in lana di ecocentro di Stabilvm). Qualcuno proverà i prodotti locali

altri si dedicheranno ai Bagordi con danze scatenate e selfie (termine Vikingo atto a descrivere la propensione all’autoscatto con espressioni dall’assurdo all’indecente).

Ed é così che la festa prende una piega di tutto rispetto. Gli strumenti sono fumanti e saturi di suoni.
Risuona l’urlo vikingo nel capannone mentre la popolazione locale osserva con interesse (e perplessità certi elementi del popolo usurpatore).
C’é anche chi é uscito un po’ provato dalle prime libagioni e le prime battaglie

Ma la festa prosegue ….

Un plauso a WikiMikiPedia (Dizionario Online) per la scelta della “location” per la foto…

La seconda parte della serata vedrà protagonisti dei musicanti venuti dall’entroterra del Ticinvum (ndr: Alto Voltaggio) che riscalderanno gli animi dei presenti. I segni rimarranno indelebili per ore per i nostri combattenti.

 

 

La serata volge al termine e i combattimenti hanno messo a prova le forze dei nostri. Alcuni ripartiranno con il mezzo ferroso altri con il loro personale “ronzino”. Ad ognuno il suo ricordo.

Il riposo del guerriero

“Il guerriero sa che è libero di scegliere ciò che desidera: le sue decisioni sono prese con coraggio, distacco e, talvolta, con una certa dose di follia” (P. Coelho)

 

Alzate in alto le spade!
Guardate i corvi volare!
Lasciate che odano la vostra furia!
Non mostrate timore!
Attaccate!Caricate le vostre casse di birra Feldi sui treni
Insieme cavalchiamo sul cavallo di ferro nel destino
Non abbiate paura della ca… dura quando è la vostra ora
Odino ci porterà a casa quando sverremo a terra sfatti!Il suolo trema sotto di noi (saranno le scoreggie di Mone il Rosso?)
Mentre facciamo caricare il nostro maestro
I nostri corni, le nostre spade ….beppe??!!!…paura accecante
Nei loro cuori

I nostri elmi brillano al sole
Come ci avviciniamo al loro muro di scudi
Qualcuno tra loro si volta e scappa
Quando ode i nostri urli selvaggi

(rivisitazione della canzone Cry of the blackbirds –  Amon Amarth)

***************************************

E fu così che giungemmo all’improvviso nelle terre di CaTanoTenazzteghat. Due fazioni ben disposte. Chi con il personale cavallo chi con il cavallo di ferro di serie “ffs”. Una campagna non priva di difficoltà e di insidie. Non priva di imprevisti. Mi limiterò a commentare come sempre il mio punto di vista lasciando libero sfogo ad altri eventuali racconti. Evitero’ situazioni imbarazzanti da far sbiancare tutto il Wallhalla… Ma facciamo un passo indietro (se siamo in grado)…
Il Guerriero Vikingo va caricato e truccato a dovere per sopportare il peso della Battaglia.
Grazie all’ospitalità dell’Osteria Bistrot a Maroggia e al Caffé in salsa “Apres-Sky” che ho personalmente apprezzato.
 Una delegazione si sposterà quindi verso il cavallo di ferro al richiamo del corno di Tox Fiatella di Cagna. Chi mette già il Maskhara (cit.), chi ha fatto salire scimmie sui Corni, chi risplende già di saggezza di primo mattino (Jeeeeck), Valkirie che sorseggiano come se non ci fosse un domani, Svin che grugniscono importunando gli astanti.
 
La fame inizia a farsi largo e inevitabilmente compare la sussistenza per il viaggio. Verrà sacrificato un giovane porco sotto la lama impietosa di Silvie Strapazzatappetoni
“Treno dell’ignoranza”

Raggiunta la Stazione di Gviubiascum intratterremo i presenti (in particolare un arzilla vecchietta) con le nostra urla e spandegando a destra e manca musiche. Stessa scena si riproporrà alla Stazione d’approdo finale dove risorgeranno anche le pantegane morte sentendo il nostro “Wild Rover” in chiave Canegattztegat. Un “bravo” a chi ha voluto inumidire il pavimento del cavallo di ferro quale segno propiziatorio (perché si fa sia all’andata che al ritorno) e a chi ha lasciato le scorte liquide sotto i piedi di un bisonte locale (esperienza dell’uomo con la Scimmia Galoppante, Terrore dei Confini).Finalmente prendiamo possesso di tutto il prendibile (rotonde, farmacie, condom, cerotti), ci intratteniamo con la popolazione locale (ben rappresentata da Giorgio IV Re delle Scope di Catenazztegat ndr: vittoria schiacciante e demoralizzante per il duo Svin-Fra Olfatto di Ferro contro Giorgio e Beppe Manolesta Pietrogambadilegno in una partita al cardiopalma di scopa).

 

Iniziano i banchetti, é il momento della festa nella quale ognuno darà il suo contributo (Mone Il Rosso Tromba Soporifera donerà al capannone un aroma simil arbe magique latrina con le sue calze in lana di ecocentro di Stabilvm). Qualcuno proverà i prodotti locali

altri si dedicheranno ai Bagordi con danze scatenate e selfie (termine Vikingo atto a descrivere la propensione all’autoscatto con espressioni dall’assurdo all’indecente).

Ed é così che la festa prende una piega di tutto rispetto. Gli strumenti sono fumanti e saturi di suoni.
Risuona l’urlo vikingo nel capannone mentre la popolazione locale osserva con interesse (e perplessità certi elementi del popolo usurpatore).
C’é anche chi é uscito un po’ provato dalle prime libagioni e le prime battaglie

Ma la festa prosegue ….

Un plauso a WikiMikiPedia (Dizionario Online) per la scelta della “location” per la foto…

La seconda parte della serata vedrà protagonisti dei musicanti venuti dall’entroterra del Ticinvum (ndr: Alto Voltaggio) che riscalderanno gli animi dei presenti. I segni rimarranno indelebili per ore per i nostri combattenti.

 

 

La serata volge al termine e i combattimenti hanno messo a prova le forze dei nostri. Alcuni ripartiranno con il mezzo ferroso altri con il loro personale “ronzino”. Ad ognuno il suo ricordo.

Il riposo del guerriero