Tratto da “Dove si balla ” (Dargen d’Amico)

Mi piace la musica da guggen
L’umidità del capannone e il maskara (di E.S.)
E mi piace, mi piace, mi piace
Che non mi sento più giù
(Più giù)

Mi piace perché la lanetta (dell’ombelico) sa di bidé E quando ballavamo per strada
E mi piace, mi piace, mi piace
Anche se colpa del covid da un po’ non ci sei più
(Carnevale proprio tu!)

Ultimamente dormo sempre in capanna col “Troooono”
Un russar con quella puzza di leetam
Se mangi kg di formaggio poi fai le battaglie (navali) al ce..s..o
Siamo d’accordo
Quindi dove andiamo?

Andiaaaaaaamo alla Caaava
Con lo zaino in spaaaaaalla
l’Isostar e la feeeta giaaalda (Kia)
Gli affettati a balla
E i rutti salosmirci miciidiaaaaaaaaalii


Che brutta fine lassù in montagnaa
Il Muschio che non sa dove va a finiiire
Ma va’ a capire se il sentiero si uniiisce


Dai butta la banana nel Lago
Che si blocca anca la Santa Petronilla
E il gelo che stacca gli attributi
che vanno sempre più giù (più giù glu glu)


Tanto domani non lavoro e il plank è il mio buon-giooorno
Un minuto..Due minuti? Giù il ginocchio. No! Quanta resistenza hai

Ma se ci scopre il Beba (Beba Signor) sei un uomo morto
Sono d’accordo
Non glielo diciamo

Andiaaaaaaamo in capaaanna
il cappello che acchiappa mosche a balla (ndr di Syl)
lo stinco di Maiale e la pannaa coootta
Niccolò una fame assuuuuuuurda
le gare di “battaglia navale” nei bagni sono spettacolaaaaaari

Che brutta fine a Muschiavelli
la carta che non si riesce a piazzare
Ma va’ a capire se è la grappaa

Che bel quadretto gli addominali
Il nostro Bebatrainer che ci fa esercitaaare
Esercizi di fiato, allungamenti a bomba

….momento serietà…

Finalmente sono al Grotto Pini ed ho ancora fame
Io non mangio il formaggio ma c’è forse un bel salaame?
E sto anche bevendo una gazosina
finirò il bicchiere
mangerò leggerò o avrò bisogno di un clisteere?

promette bene

E non si può fare la storia se ti manca il cibo
Tu m’hai levato tutto tranne l’appetito
Ogni tanto in lontananza sento ancora musica che fa


Be-beba-ba-beba-ba-ba-ba x 7 (o più a discrezione)


Scendiam dalla capaaanna
la Kia che azzanna lamponi a ballaa
le cosce di Syl in-fiamma
l’ultimo sentierino i piedi ti ammazza
E i rutti salosmirci miciidiaaaaaaaaalii

Il mio racconto inizia all’alba di un normalissimo e afosissimo giorno d’estate duezeroduedue.

Complice il periodo, il Covid e forse la calura, all’appuntamento “Montano” ci presentiamo in sette (io, Beba, Chiara, Nicolò, Sylvie, Miriam, Salo). Una tradizione quella della capanna che vien portata avanti da anni e che ha portato davvero tante soddisfazioni (tipo Ale Schäppi al Quarnei che ti porta una paletta di birra..per dire).

Vengo nominato quasi senza accorgermi capogita perché Frank Stoppa sta facendo da testimonial alla Geberit, Fiff è di fronte a scelte esistenziali (mi taglio le unghie con la mano destra o meglio la sinistra), Filo sta smontando le sue gambe e le vende ai mercatini di Cerentino e Tox è stato inghiottito dai suoi stessi piedi mentre stendeva il suo completo da Eddie Merx fuori dal terrazzo (……….).

Ci ritroviamo presso il centro pronto intervento e senza troppi tentennamenti formiamo due corazzate (Beba Signor e Nicolò Stomaco d’Acciaio, figlio di Knorr, cugino di Brioschi e trisavolo di Youssun Durum) che si dirigeranno (dopo aver recuperato Salo e Miriam un po’ qua un po’ la) verso l’insidiosa Val Pontirone salendo da Malvaglia (Serravalle). La salita già in auto appare impervia e in alcuni punti bisogna sperare solo di non lasciarci la pezza tra passaggi a fil di tubo, incroci d’auto, riproduzioni locali di Api, reduci sfatti dal Pontr’on Air e le battute esilaranti di Salo, che snocciola già tutta la sua conoscenza su detti locali o inventati chissà in quale era e sotto quale effetto di sostanze. Noi annuiamo comunque facendo finta di aver capito.

Arrivati a Biborgh, villaggetto posto in zona direi “Friabile” (come le Macine del Mulino Bianco quando le metti nel Latte) la Beba Car super luccicante Wizz Edition posteggia nei pressi del Ponte del Cengio

Un po’ di storia…

Il versante nel quale ci troviamo scende a picco sulla Lesgiüna tanto che già nel lontano 1834, Stefano Franscini  scrive di Pontirone:

 In tutto il suo territorio non vi è orma di piano né pianerottolo; e si pare che cadendo l’uomo non possa arrestarsi che nel fondo ad orridi burroni. Molti de’ suoi abitanti posseggono terreni ed anche abitazioni a Biasca e vi passano il verno. Quasi tutti aggiungono alle agrarie e pastorali fati­che, quella del condurre i legnami dai più elevati e scoscesi monti infino alla riva de’ fiumi per le così dette sovende o seguende, e vi acquistarono la rinomanza di non minor ingegno che ardimento…

Pontirone richiama il termine ponte. Gli anziani pontironesi ritengono che il toponimo derivi dal fatto che i Borradori erano specialisti nella costruzione di ponti, con cui superavano gli avvallamenti.

Riprendiamo..

Fatta un po’ di storia presa in prestito il sentiero, che ci farà passare dai 1216 metri ai 2066 metri, inizia nei migliori dei modi: con una salita Stoppa-fiato.

Superiamo il primo magnifico pezzo di bosco tutto ombreggiato (da pini, abeti o qualsiasi termine ci siamo inventati). Non troppo tardi giungiamo al primo scorcio aperto (Fontai) e in seguito all’Alpe di Sceng. Siamo già a 1558 m e il sudore inizia già ad incanalarsi nelle fessure più remote del nostro corpo, in orifizi impenetrabili.

Ci fermiamo per una pausetta rigenerativa a suon di Banane, Ovo Sport da Pastone in Bocca, biscotti progettati in laboratorio (di Syl). Ci dà morale..chissà poi se sul da l’accento ci va.

L’ultima tratta tutta al sole è abbastanza piacevole e giungiamo senza troppa difficoltà in vista della Capanna dove ritroviamo Jenny (la capannara) che salutiamo.

La nostra direzione per il pranzo è il Laghetto superiore di Cava. Qui inizierà un contest imbarazzante di nuoto Syl-ncronizzato, aBbeba-veraggi, salomé sulle rocce e rischio spruzzo in acqua gelida. Kia quel che Kia. Comunque dopo un bagno rigenerante nel Laghetto pranziamo insomma.

Sa fem? (Beba Muschio cit.). È proprio dopo pranzo che si compie l’innominabile. Entra in gioco Tom Tom Muschio che propone un attraversamento orizzontale per raggiungere il sentiero che conduce alla Forcarella di Lago. Mai scelta fu più azzardata e fallimentare. Praticamente arriviamo si sulla cresta ma il passaggio è poco più in là. Come arrivare allo zoo e non trovare gli animali. Decidiamo allora di compiere un ulteriore sforzo tra costoni di roccia, sassoni e semi scalate mandando in avanscoperta Niccolò che ritrova la via biancorossa (Cane San Bernardo del Lago di Varese). Giungiamo alla Forcarella sani, Salo e salvi. Discenderemo poi verso la vicina Alpe di Lago dove ad accoglierci c’è un altro lago (ovviamente, sennò non si sarebbe chiamato così). Anche qui si assisterà, ahinoi, ad ogni sorta di contest di nuoto, lancio di bucce di banana (che si vuole far affondare con lancio di pietre! Grazie Syl) e oggetti di forma rotonda caduti dal capogita per il troppo freddo in acqua. I pesci intanto si stanno cibando dei resti di Muschio.

Risaliremo la via, rimarremo in costa 4 o 5 ore per un servizio imbarazzante e fallimentare di fotografia per poi dirigerci finalmente in Capanna.

La tanto bramata “birretta” giungerà a breve, seguita da taglieri pre cena, docce e la cena vera e propria: un’entrata con una passata di zucca, tagliere di Formaggio (per le due veghi), polenta, stinco di maiale, coniglio. Bottiglie di vino ad accompagnare e un finale a suon di pannacotta. Tutto perfetto. Nicolo’ avrebbe ancora fame e la cucina decide di barricarsi all’interno.

Raggiunge il luogo anche un’allegra combriccola locale che ci farà compagnia per la serata, la notte (quando si dice meglio fuori che dentro non si scherza ma questa Stanza sembra un raduno di Tratur) e il mattino, partecipando a tornei di Macchiavelli, degustazione grappa e esercizi addominali mattutini raccontandoci aneddoti. Il mattino ha l’oro in bocca perciò procediamo alla colazione. Quasi senza accorgercene il Beba Signor ci richiama all’ordine. Ci mette in fila e ci sottoporrà ad una serie di esercizi addominali, flessioni, allungamenti, respirazione controllata, sotto l’attenta visione dei nostri amici dell’Alpe e la Chia (regista?). La scena è di quelle che non ti potrai mai dimenticare ma è ora di scendere. Le marmotte sono già scappate via ululanti e straziate. Salutiamo tutti e discendiamo a valle. La Chia e Nicolò (che incredibilmente ha ancora fame) svuotano la valle da mirtilli e lamponi. Tutto è beba quel che finisce beba. Rientriamo felici e contenti ma senza prima la Tappa al Grotto Pini a Biasca. Gran bel weekend, ottimi partecipanti.

PREMIAZIONI

Ringraziamo la PD Traslochi e Giardini per la sponsorizzazione.

Premio Protagonista del Weekend/Premio “Magro & Digiuno”: Nicolò. Per le prestazioni culinarie, l’abbarbicamento sui costoni rocciosi e per l’aiuto sempre pronto. A te un 45 giri del Duo Ballan con le migliori barzellette, detti locali e internazionali e la lettura del Gruffalò in lingua tagica. Compreso un cricchetto della PD.

Premio Amarcord: Beba. Per i suoi racconti a cena, le sue perle di sagex. Non molla mai un centimetro e ci riporta alla ragione quando serve. Di lui conserveremo il ricordo del dolore addominale il giorno dopo. A te un sasso di Curling per la preparazione di formaggio d’Alpe. Esperienza, pazienza (tutto quello che finisce con –enza). Iron Man. Fiore all’occhiello

Premio Tomtom: io. Per non aver considerato che a volte “Tagliare” e anche “Fallire”. Per me beh..decidete voi..

Premio ecologia/ Greta thumberg: Syl  detta L’Acchiappamosche. Per il suo lancio nel Lago della buccia di banana ma soprattutto per il tentativo di affondarla con una roccia. I pesci ringraziano (forse). Qualcuno dice di averla vista esposta nei negozi vicino alle “tolette” acchiappaformiche. Un manuale tradotto in 90 lingue sul gioco del Buco. Devastante

Premio Fatina dei frutti di bosco: Kia. Ci hai “risolto” il primo di tanti aperitivi snocciolando di tutto e di più. A te il premio per aver ripulito i boschi da mirtilli, lamponi e ogni genere commestibile. La delusione per la mancata partecipazione a Macchiavelli in tarda serata viene compensata con un premio di tutto rispetto: i pantaloncini di Tox Piedone di Rancate stagionati 6 mesi. Bontà e delizia

Premio FdC/ Premio Nadia Comăneci: Smirci. Il primo trofeo oramai non riesce più a rubartelo nessuno quindi che dire? sei imbattibile. La cortesia e la gentilezza che dimostri il mattino non ha eguali. Un ulteriore merito per aver provato in tutti i modi a distruggere la sala pasti cimentandoti in una specie di spaccata con Beba Signor e per averci insegnato quel gioco fantastico a carte. Un abbonamento annuo per la fornitura di pane locale in comodi assaggini. Cubo di Rubik.

Premio capitano di battaglia navale: Salo. Beh che dire..L’ho lasciata per ultima apposta. Quando proponi giochi del genere qualcuno può rimanere stupito ma tu lo fai con una tale naturalezza che diventa naturale. La battaglia non c’è stata ma l’importante è crederci. Per te una serie di Topolini per trascorrere ore piacevoli durante il tuo gioco preferito, tra colpi di cannone e virate in mare. Colpita e affondata.